Partita decisa da due rigori trasformati a inizio ripresa. Palo di Bernardeschi, infortunato Pjanic, ferito alla testa Higuain. Primo punto in casa per Liverani

Dalla sua umile dimora torinese Cristiano Ronaldo non avrà gradito: quei difetti seminati attorno a lui sono esplosi tutti insieme qui in Salento. La Juve, a volte, è infatti troppo sciupona e poco cattiva: per mancanza di cinismo butta via tutta la fatica fatta nel costruire la propria ambiziosa architettura di gioco. Il Lecce, che ha strappato nella gara più difficile il primo punto casalingo della stagione, ha invece avuto il merito di risaltare le pecche dei bianconeri: con un rigore di Mancosu ha risposto al penalty di Dybala e si è preso gli applausi del Via del Mare vestito a festa. A distanza, avrà gradito il risultato soprattutto un doppio ex: Conte, leccese e un tempo bianconero, può risuperare Ronaldo.

PRIMO TEMPO Maurizio Sarri aveva detto che avrebbe usato questa tappa salentina per dare fiato a qualcuno e sperimentare. Quale occasione migliore allora per riabilitare alla causa il “rinnegato” Emre Can, il centrocampista escluso con polemica dalla lista Champions? Nella Juve deronaldizzata il tedesco è la novità assieme al rientro di Danilo a destra. Il tedesco mette la fisicità che spesso non ha questa Signora tendente al ricamo, anche se sull’ultimo passaggio il ragazzo si perde sempre. Nel primo tempo, però, i bianconeri sfondano proprio dalla sua parte, a destra, sull’asse terzino-mezzala: il povero Calderoni, terzino salentino, se li vede arrivare ovunque e sono dolori. Ma i giallorossi di Liverani (squalificato, in panchina Coppola) sono quelli di sempre: una squadra sbarazzina, che gioca a viso aperto, anche a costo di scoprirsi e prendere freddo. Stavolta Tachtsidis fatica ad alzarsi per aggredire Pjanic e così, a parte un tiro di Majer su ennesmo regalino di De Ligt, nel primo tempo il Lecce finisce per concedere un lungo rosario di occasioni: sono quasi tutte figlie di un palleggio stretto che arriva al limite dell’area. E così per l’H e per la D piovono occasioni: un gol di Higuain è annullato dalla Var, un altro di Dybala, assai ispirato, è salvato da un miracolo di Gabriel. Da aggiungere alcune palle scottanti in area mancate dagli attaccanti in ritardo. Nonostante lo 0-0 il primo tempo si chiude con la sensazione che il gol stia arrivando: è in quest’aria che profuma ancora di estate.

LA RIPRESA Nel secondo tempo salta, invece, il tappo nella maniera che non ti aspetti: un rigore tira l’altro e in un amen il punteggio diventa 1-1. Prima il penalty bianconero causato da intervento spericolato di Petriccione su Pjanic, rivisto con la Var: la trasformazione mancina è di Dybala. E poi ecco il solito fallo di mano di De Ligt: la Juve dovrà risolvere questo problema, mentre il pareggio lo segna Mancosu. In realtà il botta e risposta mette un po’ di pepe, ma non cambia il gusto del match: è sempre la solita Juve che divora un gol con Berna, bravissimo a saltare il portiere prima di colpire il palo a porta vuota. L’infortunio di Mire Pjanic, uscito per un problema alla coscia, cambia la gara, ma può anche mutare questo scorcio di stagione bianconera. In attesa di capire meglio l’entità dell’infortunio dell’uomo chiave bianconero, Sarri inserisce prima Khedira e poi Rabiot per avere più creatività dalle mezzali. Ma la Juve sbatte su un muro e si fa pure male: Higuain, travolto da Gabriel, starà in campo a forza, ma poi lascerà lo stadio in barella dopo la fine. E lo scenario non cambia neanche quando la Juve maestra di palleggio e in preda all’ansia, è costretta a rovesciare palloni in area: il secondo pari in campionato arriva, forse, nella gara in cui la Juve meno se la aspettava. Per la gioia di tutta Lecce, che balla al Via del Mare, e di un leccese trasferito a Milano.

Fonte:gazzetta.it

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