La squadra di Mihajlovic ritrova il successo dopo oltre un mese, alla Sampdoria non basta il gol di Gabbiadini

abbiadini non esulta, Bologna sì: perché non vinceva da 42 giorni (dalla trasferta di Brescia) e perché un pareggio contro la Samp avrebbe incastrato la creatura di Mihajlovic in una classifica non consona alla produzione, sempre alta pur se sempre molto fallibile. La Samp, lineare e comunque sempre in gara, si prende un’altra sconfitta e rimane lì in basso, animata da Ranieri (cose semplici e giuste), riattivata dal sinistro feroce di Gabbiadini (sempre innamorato di Bologna) ma piegata da un’incursione di Bani al minuto 33’ di un secondo tempo in cui i rossoblù hanno cominciato a guardare la porta avversaria con una ferocia diversa e più concretezza.

SKOV OLSEN

La sorpresa bolognese porta Skov Olsen in campo per la prima volta da titolare e il ritorno di Dzemaili: in panchina, Mihajlovic (che segue la partita da remoto) è costretto a portare i baby Portanova (figlio di Daniele), il 2002 Baldursson e il 2001 Juwara per le assenze di Medel, Dijks, Tomiyasu e Destro. La Samp di Ranieri ragiona come ipotizzato: Quagliarella-Gabbiadini davanti, 4-4-2 da usato sicuro e nuova carica dopo il pareggio contro la Roma al debutto del tecnico ex campione d’Inghilterra. Intanto “Gli uomini vincenti trovano sempre una strada avanti Sinisa!” è lo striscione dei tifosi sampdoriani per Mihajlovic che visse il blucerchiato da giocatore e pure da allenatore.

FA PIÙ LA SAMP

L’inizio è molto bolognese, nel senso che l’impetuoso dispositivo di Mihajlovic porta i rossoblù a caricare l’alba del match con munizioni da ognidove: ci sono tre situazioni favorevoli (Dzemaili non inquadra la porta da posizione difficile, Palacio si fa parare un tiro sotto-porta da Audero, Soriano chiede un rigore per fallo di Bertolacci (ma non ci sono gli estremi) ma poi è la Samp a pescare quasi il jolly quando da situazione di calcio d’angolo Quagliarella (minuto 24) calcia da fuori, Gabbiadini la scheggia e il pallone finisce sul palo. Morale: il Bologna è panna montata, la Samp controlla e quasi va vicino al vantaggio anche con Jankto che trova il tiro da fuori, deviato e di poco a lato.

4-2-4

La ripresa vede Ranieri cambiare due uomini: Ekdal per Bertolacci Depaoli per Leris. Ma è il Bologna che nel giro di tre minuti mette le cose a posto e materializza la solita mole di lavoro spesso buttata all’aria: palla di Sansone, assistenza di Soriano da destra, Palacio si infila bruciando Murillo ed è 1-0. La Samp si scuote e arriva al pareggio poi annullato (a Depaoli) per fuorigioco disturbante di Gabbiadini (da notare un’altra uscita terrificante di Skorupski), mentre dall’altra parte ancora Palacio si mette a danzare in area e con un rasoterra feroce scaglia il pallone a un centimetro (fuori) dal palo. Tanjga (in panchina) decide di mettere Orsolini per un ancora timido Skov Olsen: ed è l’ala che perde un pallone mandandolo in orizzontale sulla propria trequarti, passaggino lieve e bastante per Gabbiadini che, liberatosi agilmente di Bani, piazza il sinistro a Skorupski mal piazzato. Tutto da rifare per un Bologna che Sinisa rivisita inserendo Santander e poi Schouten (bravo, deciso, rapido di pensiero) per l’infortunato Poli: 4-2-4 con Soriano che scende a fare il mediano assieme al giovane olandese e trazione anteriore per lavorare allo stomaco una Samp che comunque con Ekdal e poi Caprari aumenta il proprio tasso di palleggio. La svolta arriva da un calcio d’angolo: batte Sansone e un secondo prima si vede Bani dire al compagno di attendere ancora qualche secondo prima di calciare. Infatti, il centralone ex Chievo arriva in solitaria, marcato da nessuno e in scivolata infila il 2-1. Dopo 42 giorni il Bologna torna a vincere. Dopo una settimana da quello 0-0 contro la Roma, la mano di Ranieri si vede ma la Samp è ancora poco produttiva. Troppo… poco.

Fonte:gazzetta.it

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