Match combattuto, alla fine esulta Mihajlovic. Per Gasperini pesano le assenze di Gomez, Ilicic e Zapata

Sinisa (correndo) esce dal campo a triplice fischio fatto e a vittoria che non arrivava dal 27 ottobre: il Bologna torna a vincere al Dall’Ara dopo 49 giorni e l’Atalanta ha avuto un solo demerito, quello di aver sprecato l’impossibile e l’incredibile. Bologna esulta, si prende una classifica che ha una faccia più consona e non c’è dubbio che la vicinanza di Mihajlovic abbia pesato un bel po’: perché per ogni pallone e per ogni istante della partita il tecnico serbo ha istruito, saltato, sacramentato, dato direttive precise, decise e determinanti. Da parte della Dea, alla prima sconfitta in trasferta, sono senz’altro stati determinanti le assenze di Papu, Ilicic e Zapata: quelle occasioni fallite un po’ da Pasalic, da Barrow e Malinovskyi loro probabilmente non le avrebbero buttate via.

ERRORI E GUIZZI

Gasp – senza appunto Papu Gomez, Ilicic e Zapata – apparecchia il 3-4-1-2 con Pasalic dietro al reduce (fra le punte) Muriel e Malinovskyi. Per Sinisa – in panchina per la seconda volta consecutiva dopo Bologna-Milan – squadra tipo con Palacio centravanti (straordinariamente fresco) e dietro Orsolini, Dzemaili (molto più interno che trequartista) e Sansone. Medel rientra e si piazza a uomo su Pasalic: nella ripresa il Pitbull uscirà scuro in volto, ma la sua gara è stata sottotono. L’avvio è bolognese, come spesso capita, ma l’Atalanta fa muro su due conclusioni e un’incursione feroce di Orsolini sul versante destro. Ma la ripartenza abrasiva ce l’ha l’Atalanta: palla rubata allo stesso Orsolini, conclusione di Malinovskyi a lato da posizione favorevole e con specchio di porta piuttosto aperto. Lo stesso attaccante ucraino può poi infilare l’1-0 comodo ma Danilo, in recupero disperato, riesce a murarne il tiro.

PALACIO, QUARTO IN CASA

Cosa che non riesce a Gollini: Orsolini fugge a destra dopo corner atalantino e appoggio di Palacio; El Trenza poi raccoglie il tiro dell’ala stampatosi sul palo. Una sorta di tap-in al volo che porta in vantaggio i rossoblù e l’argentino a segna il quarto gol al Dall’Ara sui cinque totali. L’Atalanta arriva vicinissima al pareggio al 40’ (palla di Malinovskyi perfetta per Pasalic che, assolutamente solo davanti alla porta, appoggia oltre la traversa) e Palacio (scatenato) si vede annullare un tiro a giro da Gollini dopo palla zuccherata di Sansone. Insomma: sostanzialmente l’Atalanta vive un primo tempo di punture e sprechi anche pazzeschi che vanificano intenzioni e intuizioni. Mentre il Bologna attacca e riattacca, non stacca mai la spina nonostante le sbavature dietro piuttosto ingenue.

BARROW CAMBIA

Nella ripresa c’è subito un tiro, fuori, di Muriel dopo ingenuità di Bani, mentre il raddoppio del Bologna arriva al minuto 9: cross dalla destra, indisturbato, di Tomiyasu, salta Poli (su Palomino) e la mette dove la infilerebbe un attaccante, in maniera perfetta: Gollini battuto. Due a zero. Gasperini infila Barrow (fuori Freuler) ed è sua la palla per Malinovskyi che accorcia le distanze: palla in profondità, difesa alta e il trequartista infila Skorupski in semi-uscita. Due a uno al quarto d’ora della ripresa e da lì comincia la rincorsa vera dell’Atalanta, il tutto mentre Sinisa decide di infilare Svanberg per Medel e Gasp mette Hateboer per Gosens. La partita resta ad alta intensità, ma non c’è dubbio che l’ingresso di Barrow dia qualcosa in più alla Dea: e proprio il giocatore subentrato riesce (servito da Gosens) a mettere un pallonetto che, a Skorupski battuto, viene neutralizzato da Danilo in scivolata aerea.

GESTIONE

Mihajlovic infila Santander (per l’enciclopedico Palacio) un istante dopo aver subìto l’ennesima occasione dell’Atalanta: in arrivo a rimorchio, Barrow spara alto al minuto 34’. Gasp infila anche Colley per uno spentissimo Muriel, così Barrow arriva ancora vicino alla rete e il Bologna rimane in dieci al minuto 43 per fallo di Danilo e doppia ammonizione. Intanto, un colpo di testa di Djimsiti finisce fuori di un nulla mentre il Bologna infila Mbaye per Orsolini: il finale è un Luna Park ma Sinisa grida all’impazzata per istruire i suoi ragazzi a tenere e non perdere palla su due corner consecutivi. Il Bologna vince dopo 49 giorni (davanti al presidente Joey Saputo e a Titì Henry, tecnico dell’Impact), l’Atalanta (senza i tre califfi) è fallibile ma pur sempre di squadra agli ottavi di Champions si tratta, traguardo che (assenze a parte) ha tolto condizione e ferocia abbinata alla lucidità sottoporta.

Fonte:gazzetta.it