Gran partita di Dybala, Higuain e Ronaldo (doppietta), schierati insieme dall’inizio. Bonucci chiude i conti già a fine primo tempo. Signora prima in attesa del posticipo

Dygualdo fu. E in una gelida domenica di dicembre Juve sarrista fu. La squadra che insegue l’utopia senza perdere la realtà, che domina con il soft power come “garba” al tecnico toscano: contro una Udinese tenera, anzi tenerissima, la Signora usa un palleggio stordente e azzanna con i tre assi davanti, finalmente schierati insieme senza paura. I dubbi sulla tenuta tattica del “tridente da bar”, il cosiddetto “Dygualdo”, scompaiono davanti all’evidenza: Dybala è un 10 fantastico in ogni pezzo di verde, Higuain ha il 21 sulla schiena ma è un 9 e mezzo che rifinisce e calcia in porta, Cristiano è il Re Mida che trasforma in oro quasi tutto ciò che tocca. Il tempo dirà se è un lampo di futuro questo 3-1 potente, confezionato dai bianconeri nel primo tempo: doppio Cristiano e guizzo di Bonucci. Poi arriverà pure il gol inutile di Pussetto al 94esimo che non compromette il temporaneo sorpasso a Conte.

PRIMO TEMPO

Ad aprire il match è un pensiero rapido e verticale al 9° minuto appena: un lancio di Bonucci è docile per Dybala che tenta la giravolta più complicata del pianeta. E quando la palla si ferma, ecco il destro da purissimo Ronaldo: improvviso, radente, angolato. In gol. Ma è tutto lo svolgimento del primo tempo a dare a una idea di cosa potrebbe succedere con quei tre diavoli davanti: la Juventus è un tamburo che batte e i gol potrebbero essere grappoli. Non solo il tridente combina a occhi chiusi, ma Dybala dimostra di saper mettere il piedino anche in copertura. L’atteggiamento arrendevole dell’Udinese, con una linea a 3 che si schiaccia perennemente a 5, facilita di parecchio il compito, ma è Madama ad avere tutt’altra luce negli occhi rispetto alle ultime uscite domestiche. Semmai la squadra ha il difetto è di concretizzare poco, anche se nel finale della prima frazione, si aggiungono due palline nel pallottoliere: un sinistro di Cristiano su assist illuminante di Pipita e una scorribanda offensiva di capitan Bonucci che segna di testa il 3-0 su assist di Demiral. Proprio il turco è un’altra delle note liete: se questa spaventosa esuberanza fisica troverà misura, la Juve avrà pescato un centrale coi fiocchi.

RIPRESA 

L’Udinese di Gotti (ex vice di Sarri), troppo brutta per essere vera, nel secondo tempo abbandona le timidezze anche perché da perdere c’è ormai poco: De Paul entra nella partita assieme all’ex Mandragora, Okaka riesce a tenere qualche palla in più e allora anche Buffon, schierato al posto di Szczesny out per un fastidio alla spalla, è costretto a impegnarsi: una manona di istinto su tiro di Lasagna è il miglior regalo per aver raggiunto Del Piero come numero di presenze bianconere in A. Gigi si sporca i guanti qualche altra volta, segno che i suoi compagni hanno abbassato la soglia dell’attenzione, anche se quel trio fotonico avrebbe sempre l’occasione per brindare: si va da un lob di Dybala che accarezza la tripletta a un destro a botta sicura di Higuain, fino alle accelerazioni di Cristiano che cerca la tripletta personale ma trova Musso e poi un palo. Solo al 75’ Sarri toglie Dybala per mettere Bernardeschi (entrerà pure Douglas Costa) e finisce l’incanto del Dygualdo. Ma, più che il gol della bandiera di Pussetto, conta il messaggio precedente: questo Juve-Udinese potrebbe valere quel Juve-Lazio del 2017 quando Max Allegri mostrò al mondo le cinque stelle. Una invenzione a effetto, una svolta di stagione: allora la Juve vinse in campionato e stupì l’Europa fino a Cardiff. Dove potrà arrivare adesso Sarri dotata di Dygualdo?

Fonte:gazzetta.it