Il tecnico rossonero: “Il mercato? Alla società ho detto che cosa serve. Certo, se guardassimo soltanto partita di oggi ci sarebbe da cambiare molto…”

Una disfatta. Un’umiliazione. Il Milan è uscito con le ossa rotte dal confronto con un’Atalanta stellare, che ha messo a nudo tutti i limiti dei rossoneri. Zero tiri nello specchio in 90 minuti e nessun confronto vinto in campo. Stefano Pioli non accampa scuse, non può: “Abbiamo sbagliato la partita contro l’avversario peggiore – dice -. Succede quando non approcci bene la gara e perdi i duelli. Non possiamo essere questi, lo abbiamo visto nelle precedenti partite, ma oggi le responsabilità sono le nostre. I meriti dell’Atalanta ci sono tutti, ma anche i nostri demeriti. Sui quali dovremo lavorare perché, ripeto, non possiamo essere quelli visti oggi”.

MAI IN PARTITA

Tutto sbagliato, fin dall’inizio. “Andavano gestiti in modo diverso i primi venti minuti di gioco, siamo entrati in campo con poca lucidità – tecnica e tattica – e con una determinazione inferiore agli avversari. Abbiamo concesso troppi spazi a un avversario non è secondo a nessuno, in Italia e in Europa. Bisogna pensare a lavorare meglio, io per primo. La prestazione di oggi è gravemente insufficiente”. Alibi? Nessuno. Pioli non ne cerca, anche se spiega che “quando hai una squadra molto giovane, stare dentro la partita nelle difficoltà è più difficile per un giovane rispetto a un giocatore esperto. Io mi aspettavo una reazione nel secondo tempo, invece l’inizio della ripresa è stato peggiore dell’inizio del primo. Nell’intervallo pensavo che si potesse riprendere la gara, invece ci siamo disuniti ancora di più. Non siamo riusciti a reagire e quel poco è stato fatto con poca lucidità”.

MERCATO

Ora si riapre il mercato. “La società sa le valutazioni che sto facendo, ormai dopo tre mesi conosco pregi e difetti – spiega Pioli -. Se ci riferiamo solo alla partita di oggi, ci vorrebbero tanti cambiamenti, ma non siamo questi. Sembra che non abbiamo lavorato insieme da tre mesi, ma non è così. Dobbiamo ripartire con le nostre certezze. Ibrahimovic? Sono domande da fare alla dirigenza, io ho già detto anche pubblicamente che è un grande campione, alzerebbe la competitività. Non la professionalità, perché da quel punto di vista alleno una squadra ottima. Ma crescerebbero quella voglia e quella determinazione che alzano il livello negli allenamenti e consentono alla squadra di presentarsi alle partite in condizioni migliori. Questa sconfitta è figlia di una cattiva settimana, e il primo responsabile sono io. Si può, si deve fare meglio. Se non ci fosse stata la sosta avrei preferito, però… Dovremo ripartire molto meglio”.

Fonte:gazzetta.it