Inutile il vantaggio di Dzeko, nella ripresa la Dea firma il sorpasso e consolida il quarto posto in solitaria

Ufficiale: la lotta per il quarto posto, che vale l’accesso alla Champions League, è virtualmente chiusa. La Roma, infatti, perde lo “spareggio” contro l’Atalanta, grazie a un 2-1 santificato dalle reti di Dzeko, Palomino e Pasalic, con i bergamaschi che chiudono il primo tempo addirittura in svantaggio e rimontano grazie a una ripresa chirurgica in cui la squadra giallorossa sparisce in attacco.

GASP E IL CRONOMETRO

La squadra di Gasperini sceglie l’attacco a tre stelle, come se la partita che incombe col Valencia non esistesse. Gomez alle spalle di Ilicic e Zapata, con Gosens e Hateboer a scorrazzare sulle fasce, lasciando De Roon e Freuler in impostazione avanti alla difesa a tre. Come ci si aspettava, Fonseca sceglie di piazzare Mancini davanti alla difesa, per un 4-1-4-1 che vede una mediana di qualità, visto che Mkhitaryan è al fianco di Pellegrini, cercando di dare fiato alle corsie presidiate da Kluivert e Perotti alle spalle di Dzeko. Se poi si pensa che come terzini ci sono il redivivo Bruno Peres (prima volta da titolare in questa sua seconda avventura giallorossa) e l’ex Spinazzola, si capisce che Smalling – sontuoso – e Fazio (tornato titolare dopo due mesi esatti) dovranno lavorare. E il primo tempo per lunghi tratti trattè un lungo e a tratti stucchevole monologo atalantino, che cercano imbucate centrali rapide oppure cambi di gioco sul lato debole meno protetto. La Roma, però, è disposta bene, molto corta e negli spazi prova a muoversi con pericolosità, così – visto che i bergamaschi non scelgono ritmi elevatissimi (effetto Champions?) – non ci sono occasioni a pioggia. Qualcosa però sì. Ad esempio, al 10′ Gomez si presenta solo davanti a Lopez, ma il portiere sventa in uscita. Al 25′, poi, una palla morta trova Hateboer in buona posizione, ma il terzino non riesce a concludere, mentre al 30′ un tiro al volo di Ilicic servito ds Gosenso sfiora il palo alla destra del portiere giallorosso. Finito? Non proprio, visto che al 38′ una rovesciata di Toloi, in proiezione offensiva, sfiora il palo sinistro di Lopez. Quando però la prima frazione di avvia ai titoli di coda la Roma rialza la testa e così al 43′ Palomino sventa nei pressi della porta un tiro di Pellegrini (ma sarebbe andato fuori) e al 45′ arriva il vantaggio giallorosso. Lo segna Dzeko, bravo ad approfittare di un pasticcio di Hateboer che dà una brutta palla indietro a Palomino, che la controlla male e se la lascia soffiare dal centravanti bosniaco, bravo a battere Gollini in uscita. La cosa fa così arrabbiare Gasperini da fargli scagliare il cronometro in campo, che poi va a raccogliere approfittando della festa in campo dei giallorossi.

IL GRAFFIO DI PALOMINO E PASALIC

ALa ripresa si apre con l’immediato riscatto di Palomino che al 5′, servito di testa da Djimsiti da azione d’angolo, segna sotto misura, mal controllato da Spinazzola. E’ il pari che infiamma il match, scatenando l’Atalanta. Al 9′, infatti, i nerazzurri impegnano Lopez con Toloi, ma pochi secondi dopo è Fazio a salvare sulla linea, deviando su Lopez un tiro di Hateboer; la ribattuta è per De Roon, la cui conclusione è rimpallata in angolo. Al 14′ la svolta. Esce Zapata, quasi sempre superato da Smalling. Al suo posto entra Pasalic che, dopo 17 secondi, con una conclusione dai sedici metri, batte Lopez, segnando il gol più rapido di un subentrante dal 2015. La Roma fa entrare Perez per Kluivert, Veretout per Mancini e Villar per Perotti, finendo per ridisegnare il più classico 4-2-3-1 da catechismo fonsechiano, ma la pericolosità è scarna, tant’è che al 31′ l’Atalanta sfiora il tris grazie a un tiro cross di Gomez non deviato da nessuno. Nel finale i bergamaschi sostituiscono Ilicic con Malinovskyi per tenere più la palla, e Gomez con Muriel per sfruttare gli spazi. Il paradosso è che, nonostante Fonseca lanci anche Fazio centravanti, non succede più nulla. Anzi, succede la cosa più importante: l’Atalanta vince e stacca la Roma di 6 punti, ma 7 virtuali perché è in vantaggio negli scontri diretti. In riva al Tevere, aspettando Friedkin è notte fonda. A Bergamo invece, comunque vada col Valencia, la festa Champions sembra non finire mai.

Fonte: Gazzetta.it