L’Italia è probabilmente uno dei poli europei più affermati nel campo del gioco . Ma quali sono le origini del gioco d’azzardo in Italia?

Questo mercato ha da sempre offerto grandi potenzialità per il business del gioco, anche se negli ultimi anni, leggi e tendenze avverse, ne hanno rallentato evoluzione e crescita esponenziale.

Come si è evoluto nel tempo e quali sono i giochi più sviluppati?

Italy week, evento online organizzato dal gruppo The Betting Coach ha affrontato queste domande in un panel di approfondimento molto interessante, andato in onda il primo giorno d’evento


Microstoria di Lotto, Lotterie, Casinò e Scommesse in Italia

UNA DELLE PRIME RICEVITORIE DEL LOTTO

Il gioco in Italia parte veramente da molto lontano, basti pensare per esempio al “Gioco del Lotto” che ha superato i suoi 500 anni di vita!

Un grande traguardo che porta all’Italia in vetta nella classifica dei territori del gioco più antichi al mondo.

La seconda Lotteria, quella portoghese, ha “solo” 200 anni, ben trecento anni di differenza che amplificano notevolmente questo grande record detenuto dal nostro territorio.

Parlando di gioco globale, troviamo interessanti riferimenti alla sua esistenza nel tempo, addirittura nella Bibbia, dove in alcuni suoi versi, parla di una lotteria locale, organizzata per dividere le proprietà terriere nei pressi del fiume Giordano.

Da questa breve e veloce analisi si evince quindi che il gioco ha da sempre fatto parte della vita dell’uomo essendone parte innata e appartenente alla sua indole.

Tornando all’Italia, si giocava ad un lotto sperimentale già nel Regno di Napoli e nei Ducati, quando ancora il nostro Paese non poteva essere definito Italia.

La grande rivoluzione però arrivata negli anni ’30, quando per la prima volta sono arrivate delle nuove forme di gioco anche se localizzate solo in alcuni territori.

Emblematico è il caso di Tripoli, quando la Libia era ancora sotto il controllo italiano. Qui è nata la prima Lotteria abbinata al Gran Premio d’Italia di automobilismo.

Da qui c’è stato un crescere e continuo proliferare di giochi; nasce l’ippica e il Totip e poi l’Enalotto.

Ci sono delle date ben precise che hanno fatto la storia del gioco nazionale, ad esempio nel ’46 nasce il Totocalcio, una vera novità per i giocatori! Parliamo del primo gioco basato su avvenimenti sportivi e sullo sport più seguito sul territorio: il calcio.

Ma la vera svolta arriva nel ’98 con la prima scommessa così come la conosciamo adesso, in occasione dei Mondiali di Calcio in Francia.

Con le scommesse cambia il gioco in Italia e i suoi utenti ma il vero boom arriva il 3 dicembre 1997, quando viene presentato il SuperEnalotto!

E’ la prima volta in assoluto, che un gioco, propone montepremi così elevati e parliamo di miliardi di lire, poi diventati milioni di euro.

Oggi il gioco in Italia raccoglie oltre 100 miliardi di euro all’anno, un fattore basilare per l’economia del Paese e soprattutto dell’erario oltre che per provider ed esercenti.

Una “miniera d’oro” che nonostante il tempo e le azioni politiche di contrasto, non smette mai di produrre e crescere.

Anche il mercato dei casinò sul territorio vanta tradizioni antiche, tra le più longeve al mondo.

Il “Ridotto” oggi conosciuto come Casinò di Venezia, è stato uno dei primi locali da gioco in Europa, fondato inizialmente per festeggiare il Carnevale e poi diventato un appuntamento fisso per i giocatori di tutta Italia e nel Mondo.


Perché il gioco d’azzardo è legalizzato in Italia?

L’azzardo è stato considerato sempre un rischio sociale per la popolazione su tutto il territorio. Si analizzavano i suoi effetti negativi già nell’897. In quegli anni, tutto era illegale salvo pochi esercizi autorizzati che per volontà di Francesco Crispi erano sotto il controllo del Ministero degli Interni.

Sostanzialmente lo Stato valutava il gioco d’azzardo come un fattore negativo dal punto di vista etico-sociale ma nel dopoguerra, per provare a gestirlo, furono rilasciate alcune concessioni per Lotterie, Totocalcio e 4 casinò fisici.

Con il passare del tempo, lo sviluppo di gioco d’azzardo si trasforma da fenomeno negativo a leva economica per le casse dello Stato che con i Governi Amato e Ciampi (1992 – 2003), inizia a regolarizzarlo per soddisfare i crescenti bisogni della spesa pubblica. In breve tempo, tutte le etiche morali legate a questo fenomeno vengono annullate. Qualcosa del genere era avvenuta nell’Italia dei Comuni nel XIII secolo: prima si regola l’azzardo per tenerlo sotto controllo, poi con l’occasione lo si usa per far cassa.

La vera svolta arriva con il Governo Berlusconi (2003 – 2009) che costruisce una vera e propria economia basata sull’azzardo, arrivano le grandi Aziende Concessionarie e con esse si decide di diffondere l’azzardo senza limiti e spazio per tutto il territorio.

Inizia l’era delle Slot Machines e dei Gratta e Vinci e nel 2009 quella delle Vlt (Videolottery) e dei casinò online. Questa ultima manovra prende il nome di Decreto L’Aquila e fu attuata per ottenere fondi da destinare alla ricostruzione dei territori colpiti dal grave terremoto nel centro Italia.

Nel 2016 inizia a infuriare la guerra fra la Aziende di gioco e crescenti strati di società che si oppongono tra i quali anche Enti Locali.

Leggi e misure contro il gioco d’azzardo vendono introdotte nell’arco degli anni fino ad arrivare ad oggi, dove Distanziometri Regionali e Decreto Dignità (ultime manovre introdotte) continuano in maniera inefficace a provare a regolare il gioco sia fisico che online.


Chi regola il gioco d’azzardo in Italia?

Il gioco, in passato e per tanti anni è stato gestito dal C.O.N.I e da tanti enti separati e distinti. Questa organizzazione però creava conflitto e confusione con relativa dispersione di giocatori.

In seguito il controllo generale è passato ad A.A.M.S. (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), oggi divenuta A.D.M. (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) cha ha iniziato a dettare linee guida valide per tutti i giochi.

A.D.M.

Questa ultimo passaggio ha rappresentato la vera svolta in quanto con un unico organo regolatore, tutti i giochi hanno potuto trovare un equilibrio.

Oggi il mercato, è nuovamente sconvolto, a causa di leggi di bilancio assurde e leggi regionali autonome sul gioco, che hanno portato ad una situazione di grave instabilità.

Per comprendere al meglio quanto detto, basti pensare alle imposizioni di distanziometro e i limiti orari, esempi tangibili di questa clamorosa e preoccupante situazione che rischia di compromettere il mercato.

In alcune regioni infatti, ci sono limiti orari per giocare, in altre no. Ovviamente parliamo di gioco terrestre.

Oppure altre regioni hanno imposto chiusure forzate ai punti vendita.

Per sistemare questo enorme caso, diventa quindi urgente e necessario, creare una regolamentazione unica su tutto il territorio e lo Stato deve impegnarsi a rispettare i patti con i Concessionari che pagano tasse e Concessioni.

Quali saranno i prossimi sviluppi?