Golden State si prende 121-104 trascinata dall’incontenibile Steph Curry (38 punti e nuovo recordman di triple nella postseason). Clippers schiacciati nonostante i 15 punti dell’azzurro e la super panchina

Il ciclone Steph ha già travolto i playoff. Con una mostruosa partita da 38 punti, in cui diventa il giocatore con più triple a bersaglio nella storia della postseason (386, superato Ray Allen), Curry trascina i Warriors al 121-104 sui combattivi Clippers che vale l’1-0 nella serie. Il due volte mvp ha messo in mostra tutto il suo repertorio, fatto di tiri impossibili per chiunque altro, a cui ha aggiunto determinazione sotto canestro (15 rimbalzi, suo massimo di sempre) e passaggi illuminanti (7 assist) degni del suo mentore Steve Nash. Curry è stato spettacolare come tutti i Warriors: vero che i campioni hanno dovuto tenere testa, soprattutto nel primo tempo, alla voglia di stupire dei Clippers e alla loro super panchina, ma quando hanno affondato il colpo hanno avuto vita abbastanza facile. Nonostante i tentativi offensivi di Danilo Gallinari, 15 punti in una gara in cui spesso si è trovato incollato addosso Klay Thompson. Nonostante Lou Williams (25 punti e 9 assist) e Montrezl Harrell (26) abbiano confermato di essere la miglior coppia di riserve in circolazione.

I CAMPIONI — Golden State ha morso nonostante le 21 palle perse, DeMarcus Cousins uscito per falli al debutto in carriera ai playoff e preso in mezzo dal devastante duo Williams-Harrell, e Kevin Durant cacciato a 4’41” dalla fine per aver ringhiato in faccia a Patrick Beverley, uno di quei giocatori che adori se ce l’hai come compagno e odi come avversario. Con Curry come stella polare, i Warriors hanno alzato i giri rispetto alla regular season, soprattutto in difesa dove Klay ha dimostrato per l’ennesima volta di meritarsi un posto in uno dei due quintetti difensivi. “Abbiamo lavorato tanto, soprattutto nell’ultimo mese, per alzare il livello ed essere tutti dalla stessa parte: in questa partita siamo riusciti ad imporre la nostra volontà” ha sottolineato Curry. Merito anche del ritrovato talento offensivo di Draymond Green, sfidato dai Clippers a tirare da media e lunga distanza e in ritmo con 17 punti (a cui ha aggiunto 7 rimbalzi e 7 assist ma anche 6 palle perse).

GLI SFIDANTI — I Clippers ci hanno provato, prima di capire che i Warriors viaggiano ad un altro livello. Per 21’ L.A. ha giocato alla pari, merito di Harrell (calato poi nella ripresa) e Williams che all’intervallo valevano 37 dei 56 punti di squadra. Bene Shai Gilgeous-Alexander (18 punti), discreto Gallinari nonostante il 4/14 al tiro, Beverley prima di farsi cacciare era stato importante in difesa ma nullo in attacco (3 punti e 1/6 dal campo). Debutto negativo per Landry Shamet, 1/6 al tiro, e soprattutto Ivica Zubac, appena per 10’ sul parquet per manifesta inferiorità. Non hanno aiutato le 22 palle perse, in gara-2 lunedì servirà fare molto meglio di 40,4% dal campo

.LA PARTITA — I 13 punti di Green sono la chiave del 36-27 Warriors alla prima sirena, che i Clippers ribaltano con un 15-2 chiuso dallo scatenato Harrell sul 42-40 prima di metà parziale. Nel finale di tempo si scatena Curry, che con 12 punti di fila alimenta il 18-3 che manda i campioni a riposo avanti 69-56. Gallinari mette i primi 5 punti della ripresa, ma i Warriors alzano i giri e stavolta nemmeno la panchina può salvare i Clippers: un parziale di 21-8 vale ai campioni il 98-79 alla terza sirena che dà loro il completo controllo sul match. Gallinari e compagni provano a rimanere attaccati, ma Golden State trova da Curry le magie per spegnere sul nascere qualsiasi idea di rimonta Clippers. 
Golden State: Curry 38 (4/4 da due, 8/12 da tre, 8/9 tiri liberi), Durant 23, Green 17. Rimbalzi: Curry 15. Assist: Curry 7, Green 7 
LA ClippersGALLINARI 15 (1/8, 3/6, 4/4 tl), 8 rimbalzi, 1 assist, 3 recuperi e 3 perse in 29’41”. Harrell 26 (11/15, 4/8 tl), Williams 25, Gilgeous-Alexander 18. Rimbalzi: Gallinari 8. Assist: Williams 9. FONTE:GAZZETTA.IT

Lascia un commento