La squadra di Bucchi centra la promozione aritmetica: dalla coppia Usa Sims-Moore agli italiani, a cominciare da Landi, i protagonisti di una scalata che riporta la capitale nel basket che conta

Dopo la Fortitudo Bologna, è tempo di serie A anche per la Virtus Roma. Nonostante una stagione quasi sempre in vetta, la certezza aritmetica per la squadra del presidente Claudio Toti arriva soltanto all’ultima giornata di regular season, grazie alla vittoria in trasferta contro Legnano: 83-88 il risultato finale di una partita che ha visto un inatteso equilibrio nei primi 20’ e poi l’allungo della squadra romana, prima dei meritatissimi festeggiamenti sul parquet di Castellanza. Tanti i protagonisti di un’impresa che forse all’inizio non era prevedibile, ma ha preso corpo mese dopo mese. Primo tra tutti coach Piero Bucchi, tornato alla Virtus dopo 13 anni e in tutt’altra dimensione: insieme al fido Daniele Michelutti, ha condotto i propri ragazzi lungo un’annata difficile ma miracolosa. E che dire della coppia Usa, l’ex Nba Henry Sims e l’ex Brindisi Nic Moore, che hanno accettato la sfida dell’A2 vincendola? E poi il gruppo degli italiani: Aristide Landi, che ha fatto passi da gigante, Tommaso Baldasso, Daniele Sandri, Massimo Chessa, Marco Santiangeli, Andrea Saccaggi, un sorprendente Amar Alibegovic. E Bobo Prandin che, giunto da Siena, il suo piccolo contributo l’ha dato.

TESTA A TESTA – Il lunghissimo testa a testa a distanza con Capo d’Orlando è stato avvincente ed emozionante, ma alla fine è risultata decisiva la differenza canestri negli scontri diretti a favore della formazione romana: all’andata, in Sicilia, la Virtus aveva vinto di 6; al ritorno la squadra di coach Sodini era riuscita nell’impresa di sbancare il palazzetto romano, ma soltanto di una lunghezza. Cinque miseri punti di differenza, che però ti cambiano la stagione. I siciliani ci hanno provato in ogni modo e non è bastato un rush finale spaventoso, con dieci vittorie consecutive e una rimonta travolgente: nelle ultime giornate la Virtus qualche passo falso l’ha fatto, ma non abbastanza da cedere la prima piazza. A risultare determinante anche l’esclusione della Mens Sana dal campionato, contro cui le due squadre avevano giocato solo all’andata. Roma aveva perso a Siena, mentre Capo d’Orlando aveva vinto in casa: due punti che sono scomparsi dalla classifica insieme alla squadra senese. La Virtus torna nella massima serie dopo quattro anni: nell’estate 2015 non ci fu alcuna retrocessione, ma fu il presidente Toti a chiedere l’iscrizione in A2 (dopo ben 35 anni di A) per la mancanza di sponsorizzazioni in grado di garantire alla società una reale sostenibilità e competitività. Quattro anni non facili, quelli nella seconda serie, con due partecipazioni ai playout (2016 e 2018) e la parallela ascesa nella pallacanestro di livello dell’Eurobasket, rivale nello stesso territorio. Nel 2016, annata terribile, la Virtus sfiorò davvero la retrocessione in B, salvandosi soltanto all’ultimo turno dei playout contro Omegna. Subito dopo la squadra romana rischiò addirittura di sparire, a causa di un ritardo nei pagamenti per l’iscrizione al campionato successivo: la Fip la escluse per gran parte dell’estate, prima di riammetterla in extremis grazie ad un ricorso al Coni. Non è passato remoto, ma oggi sembra davvero un altro mondo: la Roma della pallacanestro può tornare a sognare. FONTE:GAZZETTA.IT

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