Successo meritato, seppur dopo un dominio sterile, per la squadra di Pioli, che sblocca solo all’88’, sfruttando un errore difensivo della coppia Darmian-Alves

Di soli passi avanti non si vive, ci sono momenti in cui serve uno scatto per cominciare a correre. E allora forse non è un caso che il turbo a questo Milan in ripresa ma non ancora convincente lo abbia inserito il “motorino” Theo Hernandez: in Spagna lo chiamavano così, mai soprannome fu più azzeccato. A Parma la risolve lui all’88’, terzo gol in 11 presenze e miglior marcatore del Diavolo come l’inguardabile Piatek, ancora all’asciutto e ancora sostituito: Pioli sbanca il Tardini, respira l’aria buona dei tre punti e centra la seconda vittoria sulla panchina rossonera, la prima lontano da San Siro.

DIAVOLO INCOMPIUTO

Il Milan del primo tempo è una squadra logica, compatta e attenta come vuole il suo allenatore, ma resta incompiuta: il problema resta la sostanza sotto porta, che nemmeno l’estro di Calhanoglu, mobilissimo e utile anche in fase di copertura, riesce ad aumentare. Proprio sul destro del turco capita la prima occasione del match dopo due minuti: la girata su bel suggerimento di Piatek è deviata da Sepe. Il Parma messo in campo da D’Aversa, con Kulusevski e Gervinho ai lati di Kucka falso 9, è stranamente molle e concede spazi che i rossoneri non sfruttano: Romagnoli di testa al 5′ si divora una palla gol clamorosa, Kessié e il solito Calha trovano il portiere emiliano sulla loro strada tra il 24′ e il 34′. “Tiriamo tanto e subiamo pochissimo, ma non siamo concreti in nessuna delle due fasi”, aveva avvisato Pioli alla vigilia, e in effetti i suoi rischiano lo scivolone un paio di volte dopo la mezzora: Romagnoli chiude su Hernani servito deliziosamente da Kulusevski e Kucka non inquadra il bersaglio su assist di Gervinho. L’ivoriano si vede poco e quasi solo centralmente, perché il miglior Conti della stagione lo limita praticamente in ogni occasione.

CI PENSA THEO

Le scelte dei due tecnici nella ripresa sono quasi obbligate: D’Aversa inserisce Cornelius per portare peso e centimetri nell’area rossonera e Pioli cambia centravanti – dentro Leao per Piatek ¬– e mezzala destra, con Krunic che rileva un Kessié acciaccato dopo una brutta caduta nei primi 45′. Il risultato però non si sblocca: meglio ancora il Milan, che sfiora il gol due volte con Suso (sinistro fuori di un soffio al 60′ e gran botta respinta da Sepe all’83′) e con Calhanoglu (tiro debole da ottima posizione all’82′). Sembra la solita giornata grigia della banda Pioli, ma a due minuti dal 90′ il motorino Hernandez si fionda su un pasticcio confezionato dalla coppia Darmian-Bruno Alves dopo un tiro di Bonaventura respinto da Sepe e fa esplodere di gioia i 3.500 tifosi milanisti arrivati al Tardini. Adesso è ufficiale: il centravanti del Milan gioca sulla fascia sinistra.

Fonte:gazzetta.it