Partita equilibrata a Firenze. I rossoblù raggiungono l’Empoli, battuto 2-1 dall’Inter a San Siro, e lo superano per gli scontri diretti

“Niente da festeggiare. Vi dovete tutti vergognare”: i tifosi viola salutano così, con uno striscione a dir poco eloquente, la salvezza della squadra di Montella, che esce fra i fischi. Alla fine al Franchi è comunque festa per due. Salvezza-thrilling anche per il Genoa, al termine di una partita con zero emozioni, ma i rossoblù devono dire grazie al successo interista sull’Empoli, che condanna i toscani alla retrocessione, a pari punti con il Genoa, ma penalizzati dagli scontri diretti. Una serata in cui la squadra di Prandelli resta in serie B sino alle 21.48, quando in avvio di ripresa a San Siro Keita porta avanti i nerazzurri. L’illusione della salvezza dura per il Genoa solo venticinque minuti, perché Traorè (1-1 Empoli) ricaccia la squadra di Prandelli all’inferno, prima che Nainggolan faccia esplodere di gioia la curva ospite per il 2-1 di San Siro. In campo, al Franchi, non si lotta, non si gioca, zero in tutto: partita a ritmo bassissimo, l’importante è evitare rischi, e pazienza se la Viola ha in tribuna uno spettatore d’eccezione, Joe Barone, il braccio destro dell’imprenditore italo-americano Rocco Commisso, pronto a rilevare la proprietà della Fiorentina dai Della Valle.

BRIVIDI Un finale lieto, ma questa stagione dovrà far riflettere entrambe le società. Soprattutto il Genoa, che contro una Viola tutt’altro che irresistibile, nonostante la necessità teorica di dover vincere, non è mai riuscito a spingere con continuità. Gli ospiti hanno mostrato la loro debolezza strutturale e l’incapacità di proporre un vero gioco offensivo. La partita di Firenze è concentrata in qualche occasione nel primo tempo: dopo ventinove secondi dal via, Muriel si presenta tutto solo davanti a Radu, bravo a respingere. Il Genoa aspetta, nonostante un tridente offensivo con Bessa che in fase di attacco affianca Pandev e Kouame. Domina, però, la paura di sbagliare. Muriel ha un guizzo al 23’, dopo avere saltato Radovanovic (23’), ma non ha fortuna. Al 34’ una punizione dalla destra di Veloso viene respinta con un po’ di fortuna da Lafont dopo una deviazione di Biraghi. Troppo poco, ma basta e avanza per acciuffare la salvezza, prima di una ripresa dove in campo non succede più nulla. La Fiorentina aspetta, il Genoa controlla, ma non punge, la gente si arrabbia. Ma, oggi, contava solo salvarsi. FONTE:GAZZETTA.IT

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