Nono trionfo della Seleçao, che non vinceva il trofeo dal 2007. Al Maracanà gol di Everton, pari di Guerrero su rigore, nuovo vantaggio a fine primo tempo con Gabriel Jesus (poi espulso) e tris nel finale con Richarlison

Alla fine prevale la logica e trionfa il Brasile, ma al Maracanà è stata battaglia vera. A regalare il primo trionfo a Tite sulla panchina verdeoro sono stati i lampi di Everton e Gabriel Jesus e un rigore di Richarlison, ma il Perù ha tenuto botta fino alla fine, agevolato anche dall’inferiorità numerica dell’avversario nell’ultima mezzora a causa dell’espulsione rimediata dall’attaccante del City (doppia ammonizione). La Blanquirroja si è illusa con Guerrero, che ha privato Alisson della soddisfazione di chiudere il torneo a porta inviolata, ma ha fallito i ripetuti assalti finali nonostante l’uomo in più. La Seleçao si conferma così infallibile in casa, dove ottiene il quinto trionfo su altrettante edizioni organizzate, ma soprattutto si scopre vincente anche senza Neymar, trionfando nella prima finale giocata senza il suo fuoriclasse negli ultimi 10 anni.

BRASILE SPIETATO Sia Tite che Gareca puntano sul sicuro. Nonostante la pretattica della vigilia, i due tecnici si affidano all’undici rodato nella fase finale. Rispetto al 5-0 della prima fase cambiano quattro interpreti, di cui tre peruviani. Trovata la quadra con la coppia Carrillo-Flores sulla trequarti e il rientro di Zambrano al centro della difesa, la Blanquirroja è effettivamente tutt’altra cosa. Il pressing alto, i raddoppi sistematici e il ritmo frenetico imposto dalla squadra di Gareca neutralizzano di fatto la Seleçao nei primi 15’. Ciò che però rompe l’incantesimo è un’improvviso numero di Gabriel Jesus, che si beve Trauco e trova Everton sul versante opposto, libero di irrompere in area e bucare Gallese grazie alla dormita di Advincula. Il Perù non si demoralizza, ma cala d’intensità e lascia il pallino del gioco alla Seleçao. Sul finire del primo tempo, un rigore fischiato per chiaro mani di Thiago Silva sull’unico affondo di Cueva offre alla Blanquirroja l’occasione di rientrare in partita grazie al centro di Guerrero, freddo dagli undici metri nello spiazzare Alisson. Ma l’illusione regge appena 4’, perché Arthur e Gabriel Jesus sono bravi a trasformare un pallone rubato a metà campo da Firmino in una travolgente percussione centrale che l’attaccante del City conclude con un destro vincente.

ROSSO JESUS Il nuovo vantaggio subito prima del riposo dà fiducia al Brasile, che al rientro in campo riesce a gestire senza troppi affanni il ritorno peruviano. Perché la Blanquirroja attacca a testa bassa, ma davanti non trova varchi e per di più lascia ampi buchi dietro che Dani Alves e soprattutto Firmino (in due occasioni) non capitalizzano a dovere per mettere in cassaforte il risultato. Così, mentre il Perù prende coraggio e guadagna metri con la forza della disperazione, a Gabriel Jesus saltano i nervi: l’attaccante del City macchia una prestazione superlativa per un’ora rimediando l’espulsione per doppia ammonizione dopo un dura entrata su Tapia. La superiorità numerica dà al Perù lo slancio necessario per giocarsi il tutto per tutto nell’ultima mezzora. Mentre Tite correi ai ripari rimpiazzando Coutinho con Militao, Gareca cala tutte le carte rimaste affollando l’attacco con gli ingressi di Ruidiaz e Polo. Ma il Brasile si raccoglie concedendo al massimo qualche cross innocuo. E poco prima del recupero il Brasile piazza il colpo del k.o. grazie a un’iniziativa di Everton, che irrompe in area e guadagna un rigore per fallo di Zambrano: il nuovo entrato Richarlison non sbaglia e dà il via alla festa del pubblico brasiliano sugli spalti del Maracanà. FONTE:GAZZETTA.IT

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