Lukaku riprende Perez, ma nel finale arriva la beffa firmata Ansu Fati, il più giovane goleador della storia della Champions. Il Borussia Dortmund vince ed è agli ottavi, Conte è terzo nel girone
Respinti. L’Inter si presenta ben vestita, in ordine, con qualche tocco di classe. È in orario, bussa. I due buttafuori sono dei ragazzini, Carles Perez e Ansu Fati. Inflessibili. Alzano il sopracciglio e richiudono la porta: tornate l’anno prossimo. Niente da fare, alla festa con sedici invitati della Champions non c’è posto. Il Barça, che può entrare anche in ciabatte, tanto è un cliente fedele, mostra che ancora c’è strada da fare. Si presenta al Meazza con 9 riserve e vince 2-1. Ma poteva andare in modo diverso, diciamolo. Prima del vantaggio blaugrana e dopo il pareggio i nerazzurri hanno le occasioni buone per mettere la testa avanti e accendere un San Siro pieno ma mai davvero trascinante. Le falliscono sul più bello, con Lukaku meno killer del solito. O le segnano ma partendo qualche metro/centimetro troppo avanti (3 gol in fuorigioco). Il Barcellona rimaneggiato, schierato quasi a specchio, resta di qualità superiore, specie da centrocampo in su. Perez e Fati sono capitali ancora inesplorati, mentre Conte, nella rosa interista, ha provato quasi tutto. Europa League, quindi: vedremo con che spirito verrà affrontata.
OTTOVOLANTE
Il primo tempo un ottovolante: l’Inter sale con entusiasmo nei primi 19 minuti in cui il Barcellona sembra davvero arrivato con lo spirito in cui tutti speravano, quello vacanziero. Lukaku fa il play e libera prima Borja e poi Biraghi, in mezzo (10′) ha la palla buona per segnare in prima persona: dribbling, botta a colpo sicuro e scivolata di Lenglet. Arrivati in cima, si scende a rotta di collo: i centrocampisti catalani iniziano a palleggiare alla vecchia maniera, Aleñá domina, gli interisti sembrano chiedersi “perché sono quassù?”. Le riserve catalane fanno la figura di chi sarebbe inamovibile nell’Inter, uno dei due titolari rimasti, Griezmann, inventa un tracciante per Vidal a centro area. Godin cerca l’anticipo e serve Carles Perez, che firma il debutto in Champions con il gol del vantaggio. La discesa verticale continua, Lenglet può fare il 2-0 da centro area, ma grazia i nerazzurri. Il pubblico è ammutolito dalla picchiata. Ma negli ottovolanti non ci si schianta: passata la paura, si risale. Lautaro si prende tutti sulle spalle, mostra di essere entrato in un livello superiore con stop al volo e tiro artistici, poi difende una palla lanciata da D’Ambrosio come fosse una figlia. Arriva Lukaku e la scaraventa in porta, con deviazione: 1-1. Nello stesso momento lo Slavia, andato sotto a Dortmund quando Romelu mancava la prima occasione, pareggia: qualificazione virtualmente agguantata da Conte.
CADUTA
Dura così per un quarto d’ora dopo l’intervallo, poi, mentre Lukaku spara sul portiere da pochi passi, Brandt riporta avanti il Borussia: niente regali cechi, bisogna guadagnarsela. Lautaro fa di tutto per prenderseli, questi ottavi, con mix di grinta, classe e giocate: segna anche due gol, ma entrambi sono annullati per fuorigioco. Conte le prova tutte, inserendo Lazaro e Politano sugli esterni ed Esposito come attaccante aggiunto. Il Barcellona non sta a guardare, né si schiaccia, ma ribatte anche con gli ingressi di Suarez e De Jong (che panchinari…), ma non punisce in un paio di contropiede. Tutto resta in ballo fino a 4′ dalla fine, quando Ansu Fati, entrato da un minuto, si porta a spasso mezza difesa, scambia con Suarez e trova un diagonale perfetto. È il gol più giovane della storia della Champions: Ansu Fati è nato nell’ottobre 2002. È lui il ragazzino che chiude la porta, l’Inter resta fuori dalla festa delle grandi d’Europa. Rimane l’altra coppa, può servire per crescere.
Fonte:gazzetta.it