Segnano Aguero e lo juventino, al Cile non basta il rigore del centrocampista del Barça. Altra amarezza per Leo: espulso dopo 36 minuti con Medel

Un successo dal sapore amaro per l’Albiceleste, ma che lascia sensazioni positive in chiave futura. A conclusione di un torneo costellato di polemiche e veementi proteste per gli arbitraggi, l’Argentina saluta il Brasile con l’ultimo “oltraggio” a Messi, espulso alla mezzora insieme a Medel a causa di una decisione troppo severa su cui il Var preferisce sorvolare. A San Paolo sono più i calci e regolamenti di conti che le emozioni e lo spettacolo, ma alla fine vince con merito la Seleccion, che quantomeno si toglie la soddisfazione di conquistare il terzo posto con un 2-1 a firma Aguero-Dybala che sa di rivincita dopo i k.o. in finale delle due edizioni precedenti. Tra le note più positive in casa albiceleste c’è Dybala, che sfrutta la prima presenza da titolare per firmare il suo secondo gol in maglia albiceleste condito da una prestazione convincente prima di lasciare il posto a Di Maria al 65’.

L’ACUTO DELLA JOYA Sarà che il terzo posto interessava poco, come rivelato da Vidal alla vigilia, ma è evidentemente bastata la storica rivalità (acuita negli ultimi tre anni) per accendere la sfida dell’Arena Corinthians. Rueda ha puntato sulla densità a centrocampo per assicurarsi il controllo del pallone, com’è effettivamente accaduto, ma l’Argentina è risultata di gran lungo più pericolosa ed efficace grazie a un gioco rapido e verticale. E’ così che al 7’ Aguero ha lanciato il primo avvertimento ad Arias con un diagonale dalla distanza, mentre Dybala si impegnava a sfruttare l’occasione (grazie alla squalifica di Lautaro Martinez) spaziando da destra al centro e cercando costantemente Messi. La svolta è arrivata comunque su una disattenzione del Cile, che al 12’ si è addormentato su una punizione a centrocampo velocemente battuta dalla Pulce per il Kun, abile a sfondare centralmente e depositare in porta dopo un dribbling su Arias. A peggiorare la situazione per la Roja ci si è messo l’infortunio muscolare che ha costretto Sanchez ad alzare bianca al 15’. Al resto ci ha pensato la voglia di riscatto di Dybala, che al 22’ ha bruciato in velocità Diaz per firmare il raddoppio con un morbido e preciso sinistro incrociato.

NERVI TESI Il gol della Joya (il secondo in 11 presenze ma il primo in partite ufficiali) ha tagliato le gambe al Cile e da quel momento sono saltati i nervi: battibecchi, falli cattivi da ambo i lati e accesi parapiglia hanno iniziato a frammentare il gioco. Due gialli a Vidal e Beausejour hanno acceso la miccia che al 36’ ha portato al deciso e forse esagerato intervento dell’arbitro dopo un duro faccia a faccia Medel e Messi (con il cileno che prende letteralmente di petto l’argentino per tre volte): rosso diretto a entrambi e Pulce ammutolita per il suo secondo rosso in carriera.

ANCORA VAR  La mano dura dell’arbitro è servita almeno calmare gli animi e nella ripresa si è ripreso a giocare senza troppe strategie. A costruire le migliori occasioni è stata ancora l’Argentina, pericolosa in due occasioni con Aguero e Dybala. Eppure il Cile è rientrato in partita con l’aiuto della Var, che al 56’ ha rimediato a una grossolana svista del direttore di gara assegnando il rigore per un netto fallo di Lo Celso su Aranguiz: freddo e preciso Vidal dagli undici metri. Scaloni ha puntato su Di Maria al posto della Joya per contenere il prevedibile assalto cileno nel finale e ha avuto ragione. A mantenere il pallino del gioco è stat l’Argentina, che ha anche sprecato quattro buoni affondi con Aguero, colpevole di divorarsi due gol quasi fatti tra il 76’ e l’82’. A conti fatti, la Seleccion ha portato a casa il terzo posto con merito. Ma a tenere banco in Argentina, c’è da scommetterci, saranno ancora le decisioni arbitrali e il triste finale della Pulce. FONTE:GAZZETTA.IT

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